Diamo inizio ad una rubrica tutta dedicata a chi i concerti li organizza. Il nostro viaggio inizia da Siena dove abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola con Barbara del vinaio Permalico, che organizza dei piccoli concerti come occasione di socializzazione per gli avventori.
Ciao Barbara, raccontaci un po’ di te. Che tipo di eventi organizzi? Dove? Con che frequenza?
Buongiorno a voi. Gli “eventi” che organizzo nel mio locale, Permalico, sono in realtà solo occasioni di socializzazione e aggregazione attraverso il più potente degli strumenti di condivisione: la musica. Gestisco, in centro Siena, un vinaio (la versione toscana di quello che altrove potrebbe essere chiamato pub, dove si mangia, si beve e si chiacchiera) e con cadenza bisettimanale invito gruppi o solisti a fare musica dal vivo e in acustico. Non cerco una specifica proposta musicale, ma piuttosto gente che si diverta molto a suonare, e faccia divertire chi li ascolta. Anche perché il mio locale non è attrezzato con palco o altro, rimane pur sempre un vinaio, e ogni volta riservo un angolo ai musicisti, che un po’ si devono anche arrangiare….
Per chi non conoscesse quest’ambito, come funziona l’organizzazione di un concerto di musica dal vivo? E’ cambiato qualcosa in questi ultimi anni? Se si, cosa?
Gli eventi che organizzo, stento a definirli concerti: sono più jam session, o ancora più esattamente incontri di musica in osteria. E sono ad ingresso libero. So per certo che le cose sono più facili da un paio d’anni a questa parte, essendo state rimosse alcune limitazioni legali per la musica dal vivo in locali con capienza ridotta, come è Permalico: meno permessi da richiedere, soprattutto per l’ordine pubblico, meno vincoli richiesti per le caratteristiche tecniche delle infrastrutture, a fronte di una buona insonorizzazione e di una adeguata sicurezza della location. Ovviamente questo influisce sul tipo di proposta musicale, che appunto deve essere adeguata al locale, e certamente non l’attività principale. Non essendo una professionista nell’organizzazione di concerti, non vorrei sbilanciarmi troppo: anzi, se qualcuno lo spiegasse a me, cosa comporta l’organizzazione di un concerto, gliene sarei grata!
Come vi mettete in contatto con gli artisti che volete far suonare? Passate attraverso agenzie di booking o siete soliti mettervi in contatto direttamente con gli artisti stessi?
I musicisti che vengono da Permalico sono selezionati accuratamente in base alla loro propensione all’alcool e alla risata 🙂 . Purtroppo nelle agenzie queste caratteristiche non sono valorizzate adeguatamente, quindi ci muoviamo tramite contatti personali, che in una realtà piccola come Siena ci permettono di arrivare praticamente a tutti i musicisti presenti sul territorio toscano, e anche un po’ oltre.
Cosa significa curare la direzione artistica di una venue? Che tipo di rapporto c’è con il pubblico abituale? Come cambia il pubblico per un concerto di musica originale o per una cover band?
Direzione artistica?! La clientela abituale di Permalico è contenta di trovare un’atmosfera più calda, e senza dubbio la musica aiuta nel creare momenti di aggregazione di cui c’è sempre bisogno. Credo che si debba ricordare bene che la musica si muove su tanti livelli, e non parlo solo della qualità della proposta musicale: in piccole realtà, è più importante il fattore umano, il talento e il carisma, che non il contenuto in se stesso. Voce e armonica alle volte creano più magia di un’intera orchestra, e poco importa, a quel punto, che si stia suonando una ballata country, Mozart o un pezzo della propria autobiografia. L’unica cosa di cui sono certa è che se il musicista sta bene e si diverte mentre suona, il divertimento sarà trasmesso e moltiplicato nel pubblico.
Quali sono i costi che un organizzatore deve sostenere per una serata di musica dal vivo oggi in Italia? Quanto può influire una licenza nel bilancio della serata?
Tra noi piccolini, i costi, oltre quelli ovviamente legati al cachet dei musicisti, sono principalmente i costi siae. Il che significa che, ad esempio per un duo che fa cover, una licenza siae aumenta del 30-40% i costi. Che non è poco.
Che tipo di esperienze avete avuto in passato con le licenze?
Le licenze SIAE sono laboriose e francamente scomode da ottenere, oltre al fatto che molti musicisti non preparano una vera e propria scaletta, quindi si rischia di dichiarare le cose un po’ a metà. E poi c’è la questione che non proprio tutti sono registrati da subito, soprattutto i giovani alle prime armi. In passato ho trovato molto comodo lavorare con compositori e autori che, lavorando sotto licenza creative commons, permettevano semplicemente l’utilizzo della loro musica in determinati contesti in maniera gratuita. Questo è un atteggiamento che trovo molto sano, e adeguato all’utilizzo che facciamo qui della musica dal vivo: appunto mezzo di espressione, godimento e aggregazione, ma di sicuro non oggetto di commercio. Onestamente, credo che il sistema delle licenze limiti molto la possibilità dei piccoli locali, che non commercializzano musica ma vogliono solo creare luoghi accoglienti dove ognuno possa esprimere il meglio di sè.
Avete avuto modo in quest’ultimo anno di fare una licenza Soundreef, alternativa a Siae? Se si, come vi siete trovati? Quali sono gli aspetti maggiorente innovativi secondo voi?
Il primo incontro della stagione 2015-2016 è stato fatto con una licenza Soundreef: è stata la prima volta, e l’ho trovato un sistema comodo, immediato e soprattutto ben attento a seguire le esigenze di noi piccoli amatori: i costi ridotti, il contatto diretto con un operatore dedicato (e gentilissimo!), la praticità del “tutto online” mi hanno semplificato molto tutte le operazioni, riducendo al minimo lo sforzo burocratico e permettendomi di concentrarmi su altri aspetti organizzativi che sicuramente mi interessano di più e meritano di essere seguiti con più attenzione. La vera innovazione sta nel rendere facili le cose che dovrebbero già esserlo da tempo!