Riprende la nostra discussione sul featuring con i nostri autori Diego Galeri, Lady Flavia, Kento, Shiny D, Milo e Tita, e oggi ci raggiunge anche Adriano Bono!
Ci eravamo soffermati inizialmente sull’esperienza creativa di una collaborazione musicale, oggi parliamo di quali sono gli artisti con cui si può collaborare al meglio.
Che tipo di profilo di artista ritieni perfetto per attivare una collaborazione? Vince la diversità o preferisci lavorare con un artista simile a te?
A vincere, per i nostri autori, sembra essere prima di tutto il feeling che si crea con gli altri, l’empatia alla base della collaborazione. Diego Galeri ci dice di valutare in primis “attitudine e creatività” perché scegliere di collaborare dovrebbe essere un discorso slegato dai numeri, alla base di tutto dovrebbe sempre esserci “qualità e rispetto per la musica”. Lady Flavia è d’accordo: per lei un feat non si “sceglie su carta, ma nasce così, succede”. Kento ha collaborato con numerosi artisti, e si sente di dire che non è “questione di similitudine e diversità, ma di trovare un’ispirazione e una visione comune”.
Per i nostri autori la scelta sembra chiara, anche Milo dice di andare a pelle e che se “ci si diverte insieme a fare musica, allora si può fare musica” per quanto forse preferisca qualcuno di diverso, soprattutto per alimentare la contaminazione di idee. Adriano Bono aggiunge un altro tassello al discorso -“Se devo fare un pezzo compatto dal punto di vista dello stile e dell’approccio cerco la collaborazione con un artista affine”-, ma sa che collaborare in cross over con altri generi e stili lo stimola di più.
Collaborare con qualcuno proveniente da un mondo musicale affine “sicuramente facilita molto il compito e la rapidità del gruppo di lavoro”, secondo quanto ci dice Shiny D, in contrapposizione con la messa in discussione di molti aspetti creativi di quando ti confronti con qualcuno di diverso. Chiude il discorso Tita, la sua visione è leggermente diversa perché collaborare con qualcuno di simile la renderebbe “curiosa di ascoltare come si possa raccontare lo stesso ‘paesaggio’ da un diverso punto di vista”.
Featuring one shot o collaborazioni che si protraggono nel tempo?
“A volte si tratta di un pezzo ‘cotto e magnato’ come si dice, e finisce lì”– inizia a dirci Lady Flavia –“a volte può capitare che ci si trova talmente bene che si prosegue verso un progetto, tutto può succedere.” La ricetta per il feturing perfetto è in continua evoluzione, perché gli ingredienti possono variare, anche Tita aggiunge che “si può scegliere o capire solo dopo aver sperimentato l’esperienza di una collaborazione se portarla nel tempo o se si esaurisce one shot”. Con Adriano Bono invece si guarda invece a due aspetti diversi del fare musica, a livello discografico ha avuto modo di attivare numerose collaborazioni one shot, per una questione di varietà, ma in live “capita spesso di vedere artisti con cui ho collaborato in qualche occasione salire sul mio palco, e viceversa”. Del resto, optare per una collaborazione one shot non preclude altri tipi di accordi, come ci dice Kento -“Ci sono gli artisti con cui capita di incrociarsi anche per poco tempo e magari viene fuori una bomba, ed altri con cui ci si ritrova molte volte”-.
Per Diego Galeri, Shiny D e Milo la formula preferita sembra essere quella di una collaborazione nel tempo. Milo infatti ci ricorda come scegliere qualcuno per un feat è indice del fatto di apprezzare l’altro artista come persona, e di trovarsi bene a lavorare insieme. Collaborare a lungo termine permette “un’evoluzione parallela e può favorire la nascita di qualcosa di veramente inedito e duraturo”, per Shiny D è l’occasione di crescere insieme e conoscersi meglio perché, continua Diego Galeri, “è bello poi vedere come si evolvono i musicisti/artisti insieme a te” anche se in questo tipo di rapporti non possono mancare “sintonia e fiducia”.
Sogno nel cassetto: con chi ti piacerebbe collaborare?
Solo qualcuno dei nostri artisti si butta e ci fa qualche nome, per Milo il sogno si divide tra artisti italiani come Salmo o Ghali, e artisti internazionali del calibro di Kanye West, Drake o Travis Scott; anche Tita ha alcuni nomi con le piacerebbe lavorare, in particolare Davide Simonetta, Lucio Corsi e Manuel Agnelli! Per Shiny D il sogno nel cassetto sarebbe collaborare con i ‘mostri sacri’ della produzione, 4 i suoi nomi: Rick Rubin, Dr Dre, Chris Blackwell e Quincy Jones.
Gli altri artisti non ci nominano nessuno, ma Kento è il primo a rispondere che a lui “i sogni piacciono fuori dai cassetti” e che quindi è “sono sempre disponibile a collaborare con rapper e band esordienti” perché loro rappresentano il futuro della musica. Anche per Diego Galeri gli artisti preferiti con cui fare un feat sarebbero “quelli che sperimentano e guardano avanti senza per forza rimanere ancorati al passato” e con alcuni sta già collaborando.
Lady Flavia ci dice di non aver mai avuto un artista preferito e che “l’occasione faccia l’uomo ladro, a volte capita con chi meno te lo aspetti magari”, questo non può che renderci curiosi di vedere i suoi prossimi progetti! Chiude Adriano Bono con una risata perché, per togliersi dall’imbarazzo di dover scegliere, dice che presto pubblicherà “un album che mi vedrà più in veste di producer e beatmaker e tutto votato ai featuring”, non ci da altri dettagli ed anche qui, non vediamo l’ora!
Il consiglio finale è quello di sperimentare e provare a trovare la formula di featuring più adatta a voi ed alla vostra musica, non esiste la ricetta perfetta!
Noi ringraziamo i nostri autori Diego Galeri, Adriano Bono, Lady Flavia, Kento, David ‘Shiny D’ Assuntino, Milo, Tita.
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