Clamore Festival: 3 giorni di musica ed incontri volti ad unire le realtà musicali di Bergamo e Brescia!
L’edizione 2022 si terrà dal 1 al 3 luglio e noi abbiamo scambiato due chiacchiere con l’organizzatore Dimitri Sonzogni.
Ciao Dimitri, siamo giunti ormai alla quinta edizione del Clamore Festival ed è diventato un punto di riferimento nel territorio bergamasco. Ma per chi non vi conosce, ci spieghi in poche parole da dove nasce Clamore, cosa rappresenta e cosa lo differenzia da altri festival?
Clamore nasce da una mia idea, ho preso ispirazione dalla Festa della Musica di Brescia e da 4/qUARTI. L’idea era quella di contribuire all’unione fra i musicisti della provincia con una manifestazione che li riunisse tutti, cementificando e rendendo più unita la scena musicale orobica. Infatti è servito proprio a quello: negli anni è diventato sempre più un punto di riferimento per tutti gli artisti musicali locali. Per dire ci sono alcune band che si iscrivono al Clamore da ormai 5 anni.
Ci siamo quasi all’inizio del festival e l’adrenalina sale. Rispetto agli anni passati, cosa c’è da aspettarsi di nuovo per l’edizione 2022?
Sono tantissime le novità in questa edizione. A differenza degli altri anni abbiamo voluto estendere la rete dei locali coinvolti, alle principali realtà che si occupano di musica live in città. Fondamentalmente i palchi da 3 che erano, sono diventati 8. Abbiamo avuto l’ingresso in rete di tutti i principali locali che organizzano annualmente concerti dal vivo, ognuno ha messo a disposizione il proprio palco. Quest’anno infatti avremo tutta la città coinvolta con ben 8 palchi attivi contemporaneamente. C’è anche un altra grande novità: Bergamo – Brescia sarà Capitale della Cultura 2023, perciò abbiamo deciso di coinvolgere anche realtà bresciane collaborando con una serie di locali del posto che aprendo le iscrizioni anche ad autori bresciani. Per ora siamo circa a 130 autori di cui 30 iscritti bresciani e questa è una novità assoluta.
Incredibile, Clamore sta crescendo anno dopo anno…
Si, ci proviamo. L’idea è quella diventare sempre più grandi ed estendersi anche al centro Italia, così se vieni dal centro e vuoi farti una suonata al Clamore puoi venire senza problemi.
Organizzare questo tipo di festival richiede molto impegno. Per ora ti ritieni soddisfatto dell’organizzazione? Come prevedi andrà questa edizione?
Finché non ci sono le iscrizioni è tutto tranquillo, quando bisogna fare le scalette è la cosa più complicata. Quest’anno avremo tante realtà di più quindi sarà più complicato ma è anche la parte più stimolante. È necessario infatti ascoltare tutti i progetti che non conosci. L’idea è quella di creare delle scalette che hanno un minimo di coerenza sia rispetto al locale che rispetto al genere musicale che si va a rappresentare, per cui bisogna ascoltare un po’ tutti. Praticamente diventa un grandissimo gioco di incastri, ma ce la faremo!
Quali sono i generi musicali più rappresentativi del festival?
Il genere in assoluto più rappresentato è il rock, ma semplicemente perché a livello amatoriale io credo resti ancora il genere più suonato. Poi c’è tanto cantautorato, a dimostrazione del fatto che c’è molta attenzione ai testi e alla scrittura. I generi che si fanno un po’ meno intercettare sono quelli più underground come rap, hip hop o i generi vicini al metal o al rock più pesante. Il mio obiettivo quest’anno era di coinvolgere anche qualcuno di questi ambienti e ti dirò, qualcuno si è iscritto, per cui sono anche abbastanza felice di avere più generi rappresentati sul palco.
Dimitri, termina tu l’intervista come vuoi per l’edizione 2022 del Clamore Festival
Lo slogan di quest’anno è #ClamoreThatsAmore, che è la cosa che a me interessa di più. Il concetto è che il clima durante il festival deve essere un clima disteso, senza gerarchie e imposizioni. L’idea è quella di partecipare ad un festival governato dalle good vibes, dai sorrisi, dall’affetto tra le band e dall’unione scena.
La pagina facebook di Clamore -> www.facebook.com/clamorebergamo/