E’ uno dei nomi più interessanti dell’elettronica made in Italy. Il suo nuovo album “Omnia” è appena uscito su etichetta ‘La Tempesta Dischi’. Abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche parola con Capibara.
Ciao Luca, ben trovato! Dopo un po’ di attesa finalmente è arrivato “Omnia”. Che tipo di album è?
Bello. Però immagino che la risposta imparziale sia: un disco strano, narrativo, pieno di riferimenti e richiami, figlio di contrasti.
Come è nato da un punto di vista prettamente compositivo? Avevi dall’inizio un’idea di album o piano piano lavorando sui materiali ti sei reso conto che stava prendendo forma?
Direi una risposta in mezzo a queste due che hai appena suggerito. Diciamo che di base io sono un ammiratore degli album, di quelli intesi come si intendevano neanche fino a troppo tempo fa. Album con un immaginario, un motivo, una sceneggiatura.
Ma non mi sono neanche mai imposto di “mettermi a fare il nuovo disco”. È uscito da sé, piano piano. Io ho messo solo giù le ispirazioni al momento giusto, poi è stato come fare una specie di mosaico, andare indietro di qualche passo la prima volta e vedere che tutto iniziava ad avere un motivo.
Essere dentro gli schemi vs essere fuori dagli schemi. Ho letto una recensione del tuo disco che parla di “Omnia” come di un disco fuori dagli schemi. Hai anche tu questa percezione del tuo disco? Se sì, perché e quali sono a tuo modo di vedere gli schemi oggi?
Non lo so, Probabilmente lo è, probabilmente no.
Ogni cosa ha degli schemi. Solo che ci sono diversi tipi di schemi. Magari il mio è semplicemente diverso. Diciamo che ci sono delle linee standard che si tendono a seguire nei vari generi e nei vari mercati musicali. Non appartenendo a nessuno di essi, direi che forse i miei sono degli schemi (o linee) solo differenti.
L’uscita con ‘La Tempesta Dischi’. Come è nata la collaborazione?
Con calma, pazienza e forza da parte loro. Non mettendomi mai pressione ed essendo sempre presenti quando ce ne era necessità. Enrico Molteni in prima base, ma anche Paolo Baldini, sono stati di un paziente esagerato, sempre col sorriso e con la voglia di fare. Quasi più di me.
Live. Ti vedremo presto dal vivo sui palchi dei club di tutto il Paese?
Si si, ma prima mi riposo fino a Marzo. Prima farò ogni tanto qualche comparsata qua e là tra dj set e live di “rodaggio” dei nuovi pezzi.
Scena Italiana. Tu segui diverse giovani band e hai spesso gli occhi rivolti al futuro e alle nuove generazioni. Che sensazione hai di questo momento storico? Quali sono i fenomeni più interessanti?
Ce l’ho sempre avuta questa propensione al “talent scouting” (infatti sono un grande appassionato di Football Manager non a caso). Ad ora, direi per primi come nomi interessanti i Sxrrxwland (si sono di parte e allora?). Adoro Garage Gang e Kiko, Tutti Fenomeni e fino ad ora tutte quelle menti che per fortuna ancora non sono state toccate troppo dal mercato musicale italiano.
Perché Soundreef?
Se una cosa è migliore di un’altra, io voglio quella. Semplice!