Ci troviamo a fare due chiacchiere con i Brain Washing Machine, rock band che ha aderito alla “Rivoluzione delle 30 band”. Iniziamo a parlare delle origini. Come è iniziato il progetto?
Il progetto è nato ormai 9 anni fa, dall’unione delle idee di quattro persone con differenti background musicali. Dopo due cambi di batterista abbiamo finalmente trovato la stabilità nel 2010 che ci ha permesso di definire il genere e la strada da percorrere.
Cosa significa per voi fare musica? Che progetti avete per il futuro?
Fare musica significa esprimersi. Prendere al volo ogni idea e svilupparla nel modo più naturale possibile, senza limiti e senza ricercare la moda musicale del momento. Ora stiamo preparando i nuovi pezzi per il secondo album. La voglia di suonare è molta e il nostro obiettivo principe è quello di riuscire a portare la nostra musica oltre confine.
Come vi siete trovati con il servizio di raccolta royalties sull’esecuzione dal vivo dei vostri brani offerto da “Soundreef Live!”
Molto bene, superato l’ostacolo di convincimento dei locali, per il resto è tutto molto semplice ed intuitivo.
Quali sono stati gli elementi innovativi che vi hanno sorpreso di più?
Senza ombra di dubbio, dopo 10 anni di attività, vedersi accreditare le prime royalties è già una bella sorpresa. Comunque anche l’assenza di scartoffie varie e l’immediatezza delle procedure di licenza sono vantaggi decisamente notevoli.
Che grado di difficoltà di utilizzo avete trovato?
La difficoltà di utilizzo è bassa anche se a parere nostro la piattaforma ha delle procedure di attivazione (e sopratutto di cancellazione o modifica) dei brani un po “macchinose”.
Come hanno reagito gli organizzatori dei locali in cui avete suonato? Che tipo di locali erano?
Per ora siamo riusciti a fare solo un concerto con la tutela soundreef. Il tutto è stato gestito da un organizzatore di eventi esterno al locale che ha trovato interessante la possibilità di pagare meno per lo spettacolo e tutelare gli artisti. Già qualche altro locale si sta dimostrando interessato a Soundreef, sopratutto in quei locali in cui le attività live iniziano di giovedì e finiscono la domenica, quindi quei posti in cui le licenze SIAE incidono pesantemente sul bilancio mensile.
In quanto tempo avete avuto modo di verificare i proventi e di incassarli?
Entro i termini descritti da Soundreef. Abbiamo potuto verificare i proventi dopo circa una settimana se non ricordo male e l’accredito è stato fatto nei 90 giorni.
Se è cambiato, come è cambiato il vostro modo di rapportarvi con il diritto d’autore?
In realtà prima di aderire a Soundreef non c’era nessun rapporto con i diritti d’autore. Non c’era alcuna intenzione di iscriverci alla SIAE e, anche se fossimo stati costretti a farlo, sapevamo che non avremmo mai visto un centesimo. Abbiamo così deciso di tutelare i nostri brani nella piattaforma PATAMU’ che poi ci ha messi in contatto con Soundreef.
Per ora abbiamo ricevuto i diritti d’autore di un solo live… vedremo nel futuro prossimo quanti locali aderiranno all’iniziativa e quanto questo inciderà sui cachet e sul bilancio della band.
Grazie… e in bocca al lupo.