Sono sempre di più gli artisti che autoproducono o quanto meno gestiscono in autonomia la produzione della propria musica.
Abbiamo chiesto ad alcuni autori Soundreef di raccontarci la loro esperienza a riguardo.
E’ innegabile che oggi sono cresciute notevolmente le opportunità produttive ed è molto più semplice rispetto al passato creare veri e propri studi di registrazione in casa propria, solo fino a 10 anni fa assolutamente inimmaginabili, in cui è possibile realizzare ottima musica a costi piuttosto accessibili.
Allo stesso modo il Web ha creato ottime opportunità anche per la diffusione delle proprie produzioni e per la promozione delle stesse.
Ecco cosa ci hanno raccontato Boda, Javarnanda, Ottonepesante, THEMORBELLI, OvO, Veivecura.
Autoproduzione: scelta o necessità?
“Entrambe…” è la prima risposta, prima di entrare nel vivo della conversazione.
Autoproduzione significa innanzitutto essere “liberi in tutto e per tutto di scegliere la musica, le grafiche, i tempi, i modi” ci dicono gli Ottonepesante.
L’autoproduzione permette senza dubbio di autogestirsi, e di avere il controllo della parte organizzativa dei Tour, restando sempre in contatto con festival e concerti, che Stefania degli OvO ci fa sapere essere una delle parti che più ama e che spesso vengono tralasciate quando si parla di produzione.
Continua THEMORBELLI aggiungendo che “un processo creativo che parte in modo viscerale dall’istinto difficilmente ha il tempo di aspettare le altre persone” ma, ci mette in guardia, solo “le cose fatte istintivamente ma con esperienza sono da considerarsi arte”.
Una “scelta su tutta la linea” rimarca Boda.
L’autoproduzione è una necessità quando si parla di “angoli nascosti del Sud Italia”, ci dicono i Veivecura, e anche nel mondo dell’elettronica, e su questo non ha nessuno dubbio Javarnanda “per la musica elettronica è parte integrante del processo creativo” perché la musica elettronica è legata direttamente ai momenti di registrazione, missaggio, mastering.
Studio di registrazione, missaggio e mastering. Avete lavorato in modo autonomo o collaborato con figure esterne?
Quando si fa musica collaborare è un modo per arricchirsi, “ho sempre collaborato con amici fonici” ci racconta Stefania degli OvO, il cui incredibile sound Metal ha bisogno di passare dalle mani di chi conosce bene quei linguaggi, per BODA invece gli amici sono i “beta tester” di tutti i progetti registrati in autonomia nel loro studio.
Anche THEMORBELLI scegli di adattare il processo creativo, ma solo in parte, ai tempi delle altre persone coinvolte, così da andare in studio “per gonfiare il master finale”, ma poi ride e non vuole svelarci come ha registrato il suo ultimo disco.
Appoggiarsi a figure esterne non può prescindere dall’arrivare in studio preparati, come gli Ottonepesante che registrano i fiati nel loro “studio pesante” casalingo, o i Veivecura che si affidano a diversi studi ma solo per masterizzare i loro pezzi.
“L’importante è comunque aver voglia di fare e sperimentare”, è l’idea di Javarnada che rassicura tutti coloro che vogliono cimentarsi con la musica elettronica “oggi registrarsi decentemente in casa, nel cosiddetto Home Studio, è molto semplice; non servono diplomi se si ha voglia e buona volontà”.
Fare musica vuol dire anche curare la propria immagine. Come avete gestito la promozione dei vostri lavori?
Qui i nostri artisti si concentrano su due temi principali: la promozione in sé e l’identità visuale del prodotto.
Chi come Javarnanda si occupa anche di grafica digitale riesce a curare da sé gli aspetti legati all’immagine, anche BODA segue questo momento con particolare attenzione, per creare un’identità che sia coerente e che sappia valorizzare il disco.
Anche per gli OvO e per gli Alos è stata Stefania a curare ogni aspetto grafico, ed è lei ad introdurre la necessità di lavorare con degli uffici stampa per la promozione, spesso sempre gli stessi, soprattutto quando ci si trova bene con qualcuno.
Il discorso cambia per l’estero, in questo gli Ottonepesante hanno un doppio approccio, ufficio stampa per l’Italia e fanzine o autopromozione per il resto del mondo.
C’è chi poi usa tecniche infallibili come “Rompere in due le conversazioni: ciao come stai? Ehi, sai che è uscito un nuovo Album!” scherza THEMORBELLI, prima di consigliare di affidarsi a fanzine come Indie Italia Magazine.
I nostri artisti però non hanno dubbi, curare l’immagine è importante, e i Veivecura aggiungono “non puoi fare dream-pop e andare a suonare ai concerti con i pantaloncini a quadri e la polo macchiata di sugo“, noi ridiamo e non possiamo che essere d’accordo con loro.
La prima parte della discussione si conclude così, ma restate connessi sui nostri canali. Non è finita qui!
Cosa pensano ad esempio i nostri autori sul tipo di supporto da scegliere, i distributori digitali?
Intanto grazie Boda, Javarnanda, Ottonepesante, OvO, THEMORBELLI, Veivecura!