Continuiamo a conoscere i protagonisti della Make Your Soundreef Night del 31 marzo al Lanificio159 di Roma. Oggi abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche parola con Gianluca Gabrieli degli Astenia.
Ciao Gianluca, come nascono gli Astenia?
Gli Astenia nascono nel 2005 in un box alla periferia della capitale, eravamo tutti poco più che diciottenni. In dieci anni di attività abbiamo cambiato formazione più volte fino ad arrivare all’attuale, la migliore che potevamo immaginare.
Che novità avete in serbo per il prossimo futuro?
Oltre a suonare il più possibile in giro per l’Italia ci stiamo dedicando alla stesura del nostro primo LP. Abbiamo all’attivo due EP, ora però sentiamo l’esigenza di raggiungere un pubblico sempre più ampio attraverso un lavoro che rappresenti al meglio ciò che siamo.
Che cosa si deve aspettare il pubblico il 31 marzo al Lanificio dal vostro live?
Sicuramente tanta passione. Il live è la parte che preferiamo relativamente a tutto ciò che gira intorno alla vita della band e quando siamo sul palco diamo davvero il massimo.
Che idea avete della scena indipendente in Italia?
Crediamo sia un momento di transizione, qualcosa sta cambiando rispetto agli ultimi anni, non possiamo ancora dire se in meglio o in peggio perchè è presto per dirlo. Ci sono però tante realtà che stanno nascendo e che stanno crescendo in giro per il Paese, pensiamo a città come Torino ad esempio che sta sfornando degli ottimi autori ed interpreti.
Quali sono secondo voi le caratteristiche positive ed i limiti di quest’epoca a livello di scena musicale e di organizzazione di eventi?
C’è molta frammentazione e poca solidarietà tra band e musicisti, forse poca educazione all’ascolto da parte del pubblico e purtroppo la scena musicale vive molto sull’hype del momento. Alla luce di questi elementi c’è meno spazio nelle grandi città per suonare, i locali dove poter proporre musica sono meno ma c’è da dire che le idee se buone godono di un passaparola maggiore e più veloce grazie ai Social. C’è da lavorare forse il doppio per riuscire a farsi ascoltare da qualcuno rispetto al passato, ma pensiamo che alla fine le canzoni siano ciò che fa la differenza anche in un periodo così confuso e difficile come quello di oggi.
Parliamo di diritti d’autore: quale è la vostra esperienza a riguardo? Che cosa dovrebbe o potrebbe cambiare secondo voi? Cosa pensate della proposta di Soundreef che sfrutta le tecnologie per ripartire le royalty in modo analitico, veloce e trasparente?
Un sistema come quello adottato da Soundreef è la soluzione migliore che si possa pensare oggi. Una ripartizione equa e diretta di ciò che si suona è fondamentale per una band, anche per quel che concerne la registrazione dei brani… tutto avviene on line ed in modo semplice. Purtroppo in Italia siamo indietro per ciò che concerne la ripartizione delle royalty e la gestione del diritto d’autore in generale, questo almeno fino all’avvento di Soundreef che ha semplificato e di molto un argomento che è da sempre ostico per chi suona.
Grazie mille ragazzi!
Ci vediamo il 31 al Lanificio.