Anna Greta è una chitarrista, pensava che il Rock fosse la sua strada, ma poi ha scoperto le mille sfaccettature del Pop. Rientrata dal Pop Heart Tour di Giorgia ci racconta di quest’esperienza, e di come ci si deve arrendere di fronte alle sfide.
Partiamo dalle origini, come ti sei avvicinata alla musica? Quando hai iniziato a fare musica hai avuto subito l’esigenza di fare qualcosa di tuo, o prima hai iniziato e questa esigenza è arrivata in seguito?
Io ho 32 anni, ne faccio 33 a novembre, suono da quando ho 9 anni e ho iniziato con il pianoforte classico, sono entrata in conservatorio, sempre con il pianoforte, e poi a 16 anni ho cambiato strumento e sono passata alla chitarra. Il pianoforte comunque mi è servito tantissimo, soprattutto con lo studio dell’armonia, non sono stati anni buttati ma la musica classica non faceva al caso mio!
Ho svoltato quando alle superiori un’amica mi ha fatto ascoltare ‘Nine Lives’ degli Aerosmith e un cd degli ACDC e lì sono rimasta folgorata, ho pensato: “Io devo suonare la chitarra”. L’esigenza è arrivata anche molto tardi, sono stata costretta, perché tra i vari studi che ho fatto ho studiato alla Lizard, che è una scuola di musica privata, sotto un insegnante bravissimo che si chiama Lorenzo Carancini, un chitarrista mostruoso, e all’ultimo anno si richiede un inedito. Quindi io avevo qualche idea buttata lì, ma non mi credevo capace di scrivere, non mi veniva nulla di nuovo, ed è strano perché io sono sempre stata una persona creativa, sono nata illustratrice in realtà. La mia è una famiglia di artisti, casa mia è piena di quadri, io dovevo fare l’illustratrice, poi è arrivata la musica e sono due amanti molto gelose, quindi se fai una cosa per me è difficile dedicare lo stesso tempo all’altra, quindi ad un certo punto ho scelto.
Così è venuto fuori questo brano ‘To Nina’, depositato Soundreef, e quello è stato la svolta perché poi Giorgia mi ha sentita per quel brano.
Parliamo delle tue esperienze, spicca di sicuro quella con Giorgia, ma ci immaginiamo ce ne siano state molte altre! Ci racconti quali sono state le tue esperienze e quali sono le differenze, con il senno di poi, che hai avuto modo di vedere e toccare con mano tra le varie realtà?
Di esperienze ne ho avuto molte e molto differenti, c’è stato un anno in cui durante estate in cui mi alternano tra le Diamond Beast, un gruppo tributo femminile agli Iron Maiden, con cui abbiamo girato anche fuori dall’Italia, e la gonna a pois con cui suonavo una musica tipo anni ‘60 con un gruppo della zona. Tutt’ora suono in svariati tributi, a me piace fare cover, mi piace tanto perché è un modo per imparare e assimilare e buttare fuori poi quando vai a scrivere. Sono stata felice di suonare in vari progetti, tra cui molto importante sicuramente è quello di Popsophia, un festival dove c’è una band residency, e ogni volta la scaletta cambia perché sono appuntamenti, e lì ho imparato tantissimo: si parla di 100/150 brani all’anno, e poi il genere è disparato, perché si parla di Pop, ed il Pop per me ha mille sfaccettature.
Grazie a quell’esperienza lì sono riuscita a stare nel mondo del professionismo di serie A, che è quello di Giorgia insomma.
Raccontaci un po’ che impatto hai avuto con il tour di Giorgia.
È stata l’esperienza più bella e difficile della mia vita. Le cose si equivalgono perché innanzitutto c’era il problema della lingua, perché il direttore artistico, Sonny T, che è il bassista storico di Prince, insomma uno con le palle quadrate, lui è il direttore artistico ed è americano. Io da un anno studiavo inglese per i fatti miei, ma da lì ad avere un americano davanti che ti parla in modo spigliato e veloce, ecco non è stato facile. Anche il batterista è americano, Mylious Johnson, che tra milioni di collaborazioni è stato anche il batterista di Pink, lui abita in Puglia ed un po’ lo sa l’italiano, ma fa ridere perché essendo batterista ha un orecchio incredibile ed ha acquisito questo dialetto pugliese con l’accento americano.
Con loro ho dovuto fare tabula rasa per riscrivere e ricostruirmi come persona e musicista, proprio come Anna Greta, sono dimagrita 3 kg in un mese! Non dormivo, non mangiavo, perché fondamentalmente non andavo bene, quindi mi sono dovuta davvero ricreare perché io li ci volevo veramente stare. Ogni volta che facevo la strada dall’hotel alla sala prove pensavo che non ce l’avrei fatta, ma poi mi riprendevo e mi dicevo: “Ma io qui ci sono arrivata e ci voglio restare”, anche perché quando mai mi ricapita una cosa del genere? Il fatto è che è stato un po’ anche un modo di conoscerci a vicenda, io e il direttore artistico, perché prima di me c’era Giorgio Secco, un chitarrista bravissimo ma con uno stile molto diverso dal mio, perché a me ad esempio piace anche molto lavorare sugli effetti, insomma ho un altro modo di suonare. Loro erano abituati a lui, arrivo io, ultima arrivata, donna, e loro un po’ mi hanno massacrato.
Le musiciste donna non sono tante, e troviamo che sia un bel segnale che inizino ad esserci più presenze femminili nel mondo della musica.
satto, perché non è che siamo migliori o peggiori, è solo un modo diverso di suonare rispetto a un uomo. Siamo diversi ma uguali, e questo si riflette anche nel modo di suonare, è inevitabile. Anche il fatto che l’uomo sta acceso o spento, l’ho visto spesso durante le prove, quando i ragazzi sono lì a suonare pensano solo a quello, mentre magari io penso a miliardi di altre cose e questo è anche un male perché poi magari mi viene l’ansia. Sono due sensibilità diverse. Noi donne siamo sempre di più, e questo è positivo, anche se io comunque penso che oggi, per il mio strumento, a livello di chitarristi il livello è altissimo e sono pochissime quelle che possono eguagliare quelli che sono i chitarristi numeri uno al momento, e io di sicuro non sono tra queste (ndr ride).
Ti giudichi così, ma ci sembra che tu sia molto critica con te stessa! È anche una bella cosa in realtà, perché ti metti in gioco.
Questo essere ipercritica nei miei confronti durante le prove per il tour sono riuscita a trasformarlo in qualcosa di positivo, sono riuscita davvero a fare la svolta, anche a livello di carattere e di persona. Fin quando non ci sei nelle situazioni non sai mai come puoi reagire, quindi ho scoperto anche me stessa. Questa cosa che pensavo essere molto più grande di me, inaffrontabile, ad oggi invece posso dire che ce l’ho fatta, con molta umiltà ma ce l’ho fatta.
Quando incontri qualcuno di 10 anni più giovane di te, che è all’inizio del suo percorso musicale e che ha intenzioni serie riguardo la sua carriera da musicista, che consigli gli dai?
Sicuramente di essere innanzitutto preparato, perché non sai mai cosa può accadere, quindi non puoi avere punti deboli. Capisco che sembra impossibile, però bisogna cercare di averne il meno possibile. Bisogna suonare di tutto senza avere puzza sotto il naso o vergognarsi, perché talvolta suonare in un tributo ti può far sentire un senso di vergogna, ma in realtà non c’è nulla di male, è sempre un modo per imparare ed assimilare.
Un altro consiglio è quello di imparare a conoscersi, non mettersi dei limiti, come io un po’ ho fatto con me stessa, perché io pensavo di essere una chitarrista più tendente al Rock e poi ho scoperto che il Pop è la mia strada, quindi mi sono persa un sacco di tempo a rincorrere qualcosa che non sono. Ci vuole tempo per arrivarci, poi quando ci sei arrivato dici: “Cavolo, quella volta avevo tutti i segnali che mi dicevano che la strada non era quella”, ma poi ognuno ha i suoi tempi.
Ti faccio un esempio, il mio artista preferito è Zucchero, nessuno mi prende come lui, mi comunica tanto, mi prende proprio nella pancia, e Zucchero non è Rock ma è tutto, è Pop, Blues, Soul.
A cosa stai lavorando adesso?
Diciamo che mi tengo aperte due strade, in attesa che riparta tutto, in questo periodo molto delicato. Mi piacerebbe fare uscire un mio disco, che comunque di inediti ne ho e ne stanno venendo fuori, soprattutto in questo periodo in casa in cui ho tempo di scrivere. Quella sarebbe una grande soddisfazione. Per il resto ho il lavoro che avevo prima, insegno, ed ho i gruppi che avevo prima e che sto portando avanti, le ho riprese, queste attività, e le porto avanti dopo averle congelate per il tour. In generale sono in attesa.
Grazie Anna Greta!
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