Uno dei suoi brani è stato pubblicato all’interno di una nota compilation di Buddha Bar. Polistrumentista, arrangiatore e music producer Andrea Soru, a.k.a. Taste of Dream, ha composto numerosi piccoli grandi successi di musica world…
Ciao Andrea! Raccontaci un po’ da dove vieni, e cosa ti ha portato a diventare un musicista.
Un saluto a tutti gli appassionati di musica, ringrazio Soundreef che mi dà l’occasione di parlare un po’ di me. Sono nato e ritornato da qualche anno in Sardegna, in particolare a Carbonia, nel Sulcis, dove tuttora vivo; scrivo canzoni da quand’ero bambino, un’esigenza imprescindibile per me che ero taciturno, mi permetteva (ed è tuttora così) di esprimere in maniera naturale le mie emozioni.
La tua musica è principalmente chillout o ambient. Credi sia difficile riuscire a trasmettere un messaggio senza avere un testo?
Ho sempre scritto i testi nelle band in cui cantavo e suonavo (principalmente era indie rock), e lo faccio tuttora nei miei progetti (con la collaborazione di artisti stranieri in lingua inglese); da un decennio circa produco chillout, ambient e world music ed è sicuramente più difficile fare musiche strumentali che possano catturare l’attenzione dell’ascoltatore, ad ogni modo gli appassionati di questi generi sono abituati ad ascoltare e apprezzare i brani strumentali.
Per molti artisti l’originalità nasce dallo studio e dall’imitazione di altri artisti. È stato così anche per te? Quale pensi sia la differenza tra copiare e ispirarsi?
Ricordo ancora che la prima canzone che scrissi parlava di robot, chiaramente influenzato dalla scoperta dei Kraftwerk; in seguito rimasi folgorato da grandi artisti come i Police, Pink Floyd, Simple Minds, U2, Waterboys, Tom Waits, Peter Gabriel, Bob Marley, Klaus Shulze, Brian Eno e tanti altri…di sicuro ho “preso” qualcosa da loro che influenza la musica che faccio, ma imitare mai anche perché credo che sarebbe una barriera che ostacola chi ambisca ad esprimere sé stessi.
Raccontaci come nasce il tuo progetto solista Taste of Dream. È diverso da quello che facevi prima?
Il progetto Taste of Dream nasce nel 2012 con il chiaro intento di focalizzare una parte della mia produzione su chillout/ambient/world music; prima ero stato co-fondatore dei Double Six Project e facevo lo stesso stile di musica ma quel progetto si arenò per diversi motivi, decisi così di intraprendere la strada musicale per conto mio e prendere le redini del progetto che avevo in mente.
I tuoi brani sono autoprodotti? Com’è il tuo rapporto con la tecnologia? Pensi sia diventata imprescindibile per fare musica?
Tutta la mia produzione è autoprodotta, ho dovuto imparare tutto da me per evitare costi troppo alti altrimenti da sostenere negli studi di registrazione e tutto questo grazie alla benedetta tecnologia! È davvero stupendo e direi un privilegio poter creare e pubblicare personalmente la propria musica su internet e soprattutto che centinaia la comprino su iTunes e diverse decine di migliaia l’ascoltino sulle piattaforme musicali ogni anno in ogni angolo del mondo! Uso tra l’altro una tastiera rivoluzionaria prodotta dalla ROLI che implementa il mio arsenale come musicista (oltre alla chitarra elettrica e acustica, basso, banjo, guitalele e percussioni) che mi permette di esprimere al meglio la mia creatività. Benedetta tecnologia quando è al servizio della creatività!
Ci descriveresti il tuo processo creativo nel creare/comporre un brano? Come nascono le tue idee? Come fai a concretizzare queste idee in un pezzo?
Rispondere a questa domanda è assai difficile soprattutto a come nascano le mie idee…mistero…di solito parto dalle melodie che mi vengono in mente e di conseguenza le “sostengo” creando un adeguato tessuto armonico; devo dire che concretizzare le idee mi viene piuttosto facile perché so sempre quello che voglio fare. Tornando alla questione di come nascano le mie idee devo confessare che la splendida natura della mia terra, la Sardegna, mi aiuta moltissimo nel regalarmi ispirazioni. Ad esempio quando vado al mare e i miei pensieri si perdono all’orizzonte, sento le onde “cantare”, sono come rapito da tale bellezza…lo stesso avviene dopo una passeggiata nei boschi intorno alla mia città…una ricarica di sana energia pazzesca! Per questo uso lo smartphone per registrare le melodie che mi vengono in mente, cantandole…
Come mai hai deciso di affidarti a Soundreef?
Conosco il fondatore di Soudreef Davide D’Atri, anche se non personalmente, dai tempi di Beatpick e ne ho sempre ammirato il suo impulso e determinazione nel rinnovare il sistema del diritto d’autore monopolizzato da sempre dalla SIAE, di conseguenza, dopo una parentesi di iscritto alla GEMA (la collecting society tedesca) sono stato felicissimo di poter affidare totalmente a Soundreef la gestione dei miei diritti d’autore anche per via dell’innovazione tecnologica, della praticità e facilità che mi offre con i loro servizi…tutto a portata di clic…fantastico!
Progetti per il futuro?
I progetti per fortuna non finiscono mai! Finora ho raggiunto obiettivi non da poco come l’inclusione della cover in stile calypso del grande Lucio Dalla, “Caruso”, con la mia collaboratrice americana Carly Harvey, nella compilation CD di Radio Monte Carlo (sul cui sito tuttora sono ospitato con uno spazio dedicato a Taste of Dream Taste of Dream su Radio Monte Carlo ) selezionato dal music designer del Buddha Bar Montecarlo ovvero Papa DJ; in seguito il mio brano originale “Buddha People” fece parte della famosa serie di compilation Buddha Bar “The Ultimate Experience” selezionato da DJ Ravin e Mario Chaviaras; un altro mio brano originale scritto, suonato e cantato in sardo da me “Dami sa manu” è stato pubblicato da RedLand Music Records e dalla Mondadori col mio nome alias Sirimagus, sulla compilation di musica etnica italiana “Pizzica la taranta 2018” distribuita sui settimanali “TV Sorrisi & Canzoni” e “Chi”.
Ho pubblicato un mese fa il mio ultimo album come Taste of Dream dal titolo “Time Has Come” che sta andando molto bene soprattutto su Apple Music, ma sto già lavorando ai prossimi progetti puramente ambient con il mio nuovo progetto “Engentar”, poi “Gardeners On Mars” (assieme al mio fidato collaboratore trombettista Marco Bianchi) dove propongo sonorità sperimentali; il progetto di urban music di The Worlds con il DJ produttore Iury Sergio Rigante e Marco Bianchi. Continuerò ad avvalermi della preziosa collaborazione di artisti stranieri e non quali la soprano inglese Lynette Carveth (già autrice di alcuni brani scritti assieme); la cantante afro-americana di origini Cherokee Carly Harvey (anche lei ha scritto alcuni testi sulle mie canzoni); il bravissimo trombettista italiano Marco Bianchi; il giovane talentuoso musicista armeno di flauto duduk, Edgar Asmaryan; la cantante italo-canadese Mary Loscerbo l’italiana Simona Pallotta aka Sheeva; la suonatrice di flauto dei Nativi d’America, la tedesca Henriëtte the Whisperer; la DJ producer Marga Sol che tralaltro pubblicherà tra pochi giorni il mio inedito strumentale “Under The rain In The Moonlight” su una compilation curata dal DJ italiano Marco Celloni. Ho chiesto alla stessa Marga Sol di fare una versione cantata di questa canzone verrà pubblicata nel prossimo futuro!
Se volete mi potrete seguire sui social e/o ascoltare la mia musica anche su Apple Music, iTUNES, Spotif, Twitter e YouTube Music.