Giornata Mondiale contro l’Omofobia: ne abbiamo parlato con Stefania Pedretti, voce degli OvO e protagonista dell’interessante percorso artistico con lo pseudonimo ?Alos a cavallo tra musica e performance. Si definisce “a queer metal musician and an experimental performer”.
Ciao Stefania, oggi è la giornata mondiale contro l’omofobia. Sappiamo che tu sei molto attiva sul tema.
Sì, certo.
Ricordo negli anni 80 feci un viaggio a San Francisco e vidi per la prima volta una manifestazione gay. Oggi ci ritroviamo 30 anni dopo ancora a parlare di un tema come se fosse qualcosa di strano. Ci sono fatti di cronaca che a volte ci fanno pensare che la strada è ancora lunga. Come mai non si è ancora arrivati alla libertà di determinare e scegliere la propria sessualità, la propria vita privata?
Sì, è veramente ridicolo che nel 2019 ci sia ancora il bisogno di lottare per dei diritti che in un paese democratico dovrebbero essere parte integrante del concetto di democrazia. Non bisognerebbe neanche parlarne perché dovrebbe essere tutto talmente fluido che non dovrebbero neanche esistere queste problematiche. In realtà, soprattutto in Italia, la situazione è talmente grave che bisogna parlarne ancora di più. Perché si è tornati quasi indietro nel tempo invece che essere andati più avanti. Quindi è veramente importante che ci sia la Giornata Mondiale contro l’omofobia. Qui in Belgio domani c’è il gay pride (ndr Alos si trova a Bruxelles per un concerto).
Immagino probabilmente legato alla giornata mondiale contro l’omofobia.
Sì infatti. In realtà ho sentito che a Gent invece di essere il Gay Pride è già passato al termine Queer Pride, che è un termine molto più aperto e integrante. Perché Gay Pride è un concetto un po’ limitante. La parola queer invece è più a 360 gradi. La giornata è veramente fondamentale, è assurdo che ancora esistano queste problematiche. In Italia ormai è costituzionale il fatto che due persone dello stesso sesso si possano “unire civilmente”, perché in teoria non si chiama matrimonio ma “unione civile”. Tuttavia, intorno ci sono comunque tantissime problematiche, anche per l’adozione dei figli da coppie dello stesso sesso. C’è ancora tanto da fare.
Cosa dovemmo insegnare ai bambini a scuola su questo tema? Cosa sarebbe utile far capire loro? Perché, fondamentalmente, da lì poi creiamo una consapevolezza per il futuro.
Quella sarebbe la base di tutto. Qualche hanno fa è nata la problematica dell’anti-gender. Un termine assurdo, che oltretutto è anche un paradosso perché “anti-gender” vorrebbe dire che tu sei contro la divisone dei generi. Invece è il contrario, erano queste persone di cattolicesimo integralista che hanno iniziato a portare nelle scuole questo concetto di essere contro la teoria del genere. Poi finalmente qualche anno fa nelle scuole, forse addirittura dall’asilo, hanno incominciato ad introdurre dei concetti molto semplici, con dei libri e dei fumetti, il fatto di non fare discriminazione. Portare questi discorsi nelle scuole è importantissimo perché è da lì che formi le persone. Perché i bambini da piccolo sono puri, privi da tutti i concetti che la società poi crea e quindi sono liberi da tutte queste altre cose. Sarebbe bellissimo se nelle scuole venisse portato avanti questo discorso di integrazione, di non fare discriminazione né bullismo se un bambino ha altre visioni dell’amore. In verità la questione di “desiderio” probabilmente incomincia dalle medie, o dalle superiori, però comunque sarebbe bello perché l’amore può essere in tantissime forme. Quindi la base sarebbe di non creare differenze. O meglio, accettare le differenze. Capire che non tutti siamo uguali, e che il mondo è bello perché è diverso e ogni persona ha una propria identità che deve essere rispettata. Accettare le differenze, non rendere tutti uguali. Le superiori sono un momento molto complesso nell’adolescenza, soprattutto oggi con i Social Media che hanno cambiato anche il bullismo: infatti non è più solo violenza fisica ma diventa anche psicologica e appunto mediatica, portando persone, o ragazzi, a compiere un suicidio perché non accettati: è agghiacciante. Non dovrebbe esistere questo oggi.
C’è una cosa che mi ha incuriosito parecchio l’altro giorno. Sono andato a cercare sul vocabolario il significato di “omofobia” e ho trovato due definizioni: una è “Avversione nei confronti della comunità omosessuale”, e ok. L’altra però era “timore di scoprirsi omosessuale”. Questa cosa mi ha colpito parecchio. Poi rileggendo ho pensato che in realtà, spesso, siamo noi che notiamo di più le cose di cui abbiamo timore. Probabilmente dovremmo essere capaci di ammorbidire le nostre posizioni ed essere aperti verso altre, verso altro che viene fuori. Secondo te qual è la strada per combattere l’omofobia? Alcuni dicono con l’ironia, con i social media. Tu cosa ne pensi?
Io penso che in teoria dovrebbe essere la cultura e l’intelligenza umana la prima forma per combattere l’omofobia e, soprattutto, l’accettazione della diversità. Bisogna capire che ognuno può amare, o fare sesso con persone del genere che si vuole. Anche perché essendo uno stato laico e quindi non collegati a questioni religiose (perché era lì che mettevano le barriere e creavano queste problematiche) non ci dovrebbero essere tutte queste questioni. L’accettazione e l’apertura mentale sono la chiave. L’ironia è interessante come termine. Ammetto che io sono una di quelle persone molto “fight” e “punch in the face” quindi non sono molto ironica. Sono una di quelle che pensa che prima di tutto bisogna lottare per avere certe cose. Però in questo momento la violenza è troppo fomentata. Stavo leggendo l’altro giorno di quanto accaduto al Gay Pride in Turchia, che non era neanche un vero è proprio Gay Pride. Hanno semplicemente cercato di fare una marcia in università per i diritti, ed è finita addirittura in arresti. Quindi la situazione rimane grave in tanti parti del mondo. Diciamo che in Europa dovrebbe essere obsoleto questo problema.
Per quanto riguarda i Social media non lo so… Dovrebbe essere una forma più liberatoria, però tramite i social molte persone, tarate da questa invisibilità dell’essere dietro uno schermo, attaccano gratuitamente le persone. Infatti, oggi stanno cominciando a fare un sacco di workshop su come difendersi dal bullismo “internettiano”, chiamiamolo così. Quindi cominciano ad esserci questo tipo di forme di protezione. Ci son un sacco di persone che vengono attaccate perché hanno detto qualcosa, e arrivano questa valanga di insulti a caso. Il peso dell’omofobia è veramente complesso. Nella mia mente razionale, di persona super libera, l’omofobia, il razzismo, la transfobia (anche se è un concetto nuovo) non dovrebbero più esistere. Stiamo facendo dei passi indietro assurdi. E penso sia colpa dei politici. In questo momento storico l’omofobia sta crescendo, e ci sono notizie di cronaca veramente gravi e tutto ciò è fortemente fomentato da questi politici che per primi dicono parole di odio per cui le persone ignoranti, becere o con pensieri basici, ritornano ad essere omofobiche. Fino a qualche tempo fa, culturalmente, la gente si nascondeva dall’essere omofobica. Invece ora, con lo sdoganamento dell’essere fascista, anche essere omofobico è diventata quasi la norma. È una cosa schifosa veramente. Spero nelle nuove generazioni (non di 18enni perché in questo momento i 18enni oggi sono veramente tabula rasa…), magari quelli più piccoli. Ma il problema purtroppo sono i genitori, gente della nostra età, che non si capisce perché è diventa una massa di… non so, non voglio insultare, ma è gente che sceglie di essere ignorante. È gente laureata, senza la scusante dell’ignoranza, e comunque sceglie di essere ignorante.
Speriamo che il vento cambi e che ci sia la maturità di fare un passo avanti per diritti civili che dovrebbero esser ben più che acquisiti.
Anche perché il passo avanti doveva avvenire anni fa. E sono avvenuti, costituzionalmente e legalmente ci sono una serie di diritti. Ma è un momento in cui si stanno mettendo in dubbio questi diritti che abbiamo lottato per avere. È incredibile che vengano messi in dubbio. Quando abbiamo perso la svolta? Si stava andando verso una via di integrazione e si stavano insegnano anche livello politico certi discorsi. Quando abbiamo perso l’attimo? È successo quasi da un giorno all’altro. È veramente assurda questa cosa. Ma siamo in tanti. Siamo sempre di più.